Stile di vita
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Troppe cose da leggere

sindrome da troppi stimoli

sindrome da troppi stimoli

Devo correre ai ripari, ho troppe cose da leggere.
Troppi libri sul comodino (e sulla scrivania, in borsa, accanto al divano, sotto il letto, in bagno e addirittura in pacchetti neppure aperti), troppi articoli salvati in Pocket, in attesa su Feedly, giornali appena sfogliati, troppi temi che mi stuzzicano e vorrei argomentare, autori che vorrei approfondire, troppa roba che vorrei andare a ripescare nella mia biblioteca, per fissare concetti che temo possano sfuggirmi. 
E la cosa drammatica — a tratti disumana e preoccupante — è che spesso più che iniziare a spuntare voci, me ne vado in libreria o in giro per presentazioni ed eventi ad alimentare questa lista d’attesa smisurata e irriducibile; oppure semplicemente sbircio sulla home di Facebook e salvo qualche post condiviso da uno dei miei contatti.
Poi ovviamente ci sono le mail e le newsletter, che adesso vanno tanto di moda, quindi tutti le propongono e obiettivamente sono scritte sempre meglio, per farsi leggere. Le migliori sono quelle che ti offrono link a contenuti che ti sei perso e che probabilmente accenderanno delle lampadine nella tua testa.

Recupero la voce di mia nonna che mi direbbe: “ddo ‘rrivi, chianti lu zippu” (lett. dove arrivi pianti il legnetto, ossia metti un punto quando è necessario, senza troppe apprensioni, fermati dove arrivi, hakuna matata, insomma). Fosse facile.

Gli stimoli vengono quando non ho materialmente il tempo di assecondarne la spinta e quindi archivio, organizzo, metto via per tempi migliori: tempi che non arrivano mai. Quello che mi succede è che innanzitutto vivo la frustrazione di non aver letto sul momento quello che mi interessa, essendo ormai irrimediabilmente conscia che esista qualcosa che non so e che penso possa essermi utile per la mia crescita personale, professionale, emotiva, umana; e in secondo luogo mi accade che mentre mi sto dedicando finalmente alla lettura di qualcosa, un flebile alito di ansia soffia in una parte del mio cervello instillandomi il dubbio che nell’economia delle priorità io abbia sbagliato opzione. Perché poi c’è il piacere estremo di leggere romanzi che ti lanciano nell’altrove agognato, ma c’è anche la necessità, quella di aggiornarsi, di prendere ispirazione, di creare connessioni, di studiare.

Insomma sono in overdose da stimoli e tutto ciò che adesso vorrei fare è partire, magari per mare, con una sacca di libri ben scelti e l’unica finalità quella di darmi piacere, intensamente. Inutile dire che le vacanze sono lontane e urge una strategia applicabile nell’immediato per arginare questa sindrome da troppi stimoli e uscirne viva.

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