Scrivere, Stile di vita
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Cominciare bene la giornata

cominciare bene la giornata

Lotto quotidianamente con la produttività.

Non che sia una maniaca del profitto, anzi non disdegno i piaceri dell’ozio, ma la vita da freelance è piuttosto subdola e incita all’indolenza. Così — se non si corre ai ripari — ci si ritrova ad affogare nelle scadenze, nei sensi di colpa e nell’angoscia più cupa. A me capita.

praticare-la-costanza

In questi anni di esperienza di lavoro indipendente, spesso con scadenze lunghe — quelle per i libri — che ti abbindolano con la loro apparente magnanimità, mi sono ritrovata talvolta a rimandare, rimandare, rimandare, fino a non avere più tempo per nient’altro che scrivere.
Mi capitava anche all’università, per gli esami.  Con la differenza che un tempo ero padrona del mio tempo, tutto il mio tempo. Potevo decidere di non dormire, di non mangiare, di non rispondere al telefono. Potevo lasciarmi sommergere dalle cicche e vegetare appollaiata sulla scrivania, con qualche pacco di gallette e tabacco per un reggimento. E poi non c’erano neppure le mail. Al massimo spegnevi il cellulare e nessuno se ne faceva un problema. Potevo scegliere di non alzarmi dalla sedia se non per fare la pipì, anche quella raramente.
Ora, be’, sono diventata più esigente. Mangio almeno tre volte al giorno. Non fumo più, ma bevo tantissimo e quindi ho la necessità di alzarmi dalla sedia molto spesso. E soprattutto ho due figli, e il mio tempo lo divido con le corse al parco, i pic nic a base di bento, i nasi da soffiare, i litigi da moderare, le domande e i grattacapi esistenziali. Ho anche un marito che ogni tanto reclama attenzioni. Ho una vita che non può aspettare, dilaga in ogni piega del mio essere, come ho scelto che fosse. E il tempo è diventato prezioso.

Ecco perché è fondamentale non sperperarlo.
Ho uno studio proprio sotto la nostra abitazione, ma talvolta non ho la spinta ad andarci. Una volta usciti gli uomini da casa, resto a trastullarmi in pigiama, prendendo un’ennesima tazza di tè e sfogliando le pagine sottolineate la notte prima, leggendo le notizie dai giornali online e perdendomi talvolta nei meandri del web. Una controllatina alle mail, una pulizia sommaria di tutto lo spam travestito da grandi occasioni e improvvisamente sono le dieci.

Se accompagnare i bambini a scuola mi farebbe perdere un’ora di lavoro utile, a conti fatti me ne fa risparmiare almeno due di inoperosità. Quindi li porto io a scuola. E mi acchiappo pure quei bacini umidi e commossi dei miei piccini che vanno verso le loro giornate di esperienze, e danno tutto un altro sapore alle mie, di giornate.

La mattina devo iniziare bene, colazione lenta, ma poi attività serrata: bagno, vestiti e via, fuori casa, possibilmente con un velo di mascara e il rossetto rosso.

Voi che strategie avete per combattere l’inoperosità?
Come amate iniziare le vostre giornate?

 

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