Month: Febbraio 2016

[recensione] Terzo tempo

Ho letto “Terzo tempo” di Annamaria Anelli. L’ho letto mentre Ricco era a casa per un’influenza parecchio aggressiva e il MaritoZen cominciava ad avvertire sintomi di un contagio incipiente. Praticamente una catastrofe. L’ho letto di notte con il piccolo appiccicato e nervoso e il grande insonne e lamentoso (parlo del padre), e l’ho finito la mattina successiva, dopo aver accompagnato Momo a scuola, aver fatto la spesa e organizzato i pasti per la settimana. E prima ovviamente di cercare di mettere insieme un paio di cose lavorative che non mi facessero percepire la giornata inesorabilmente persa. Ed è stato come se presa dalle mie occupazioni da madre amorevole e consorte devota, nonché da casalinga integerrima e professionista agguerrita, io avessi tenuto un dialogo silenzioso con un’amica, dandoci pacche sulle spalle, sussurrandoci confidenze, sorseggiando vino rosso e asciugandoci pure qualche lacrima.

Piccolo ritratto di Momo

Io questo momento lo vorrei fermare, quando stamattina ho lasciato Momo a scuola e l’ho visto salire i gradini e passare attraverso l’enorme portone, piccolo piccolo lui, col suo cappuccio distintivo, la cartella pesante del Lunedì, i passi corti, lenti, vagamente incerti, senza voltarsi, piccolo piccolo lui, da solo, verso la sua aula al secondo piano. In genere lo vedo sparire nella calca di bambini, e lo confondo, i suoi colori si mescolano agli altri, sparisce subito, prima ancora di oltrepassarlo quel portone. Stamattina, invece, quei due minuti di ritardo — perché ce la siamo presa comoda, abbiamo camminato piano, chiacchierato un po’, accarezzato pensieri solitari, ognuno i propri, con la mano nella mano — hanno fatto sì che l’ingresso a scuola fosse totalmente diverso. E Momo l’ho visto piccolo, proprio piccolo lui. Ma io lo ero ancora di più. Quanto coraggio ogni mattina: affrontare le relazioni, imparare a fare i passi indietro, capire quando farsi avanti, imparare ad apprendere, fare scorta di informazioni, trovare i canali di espressione, scegliere, scegliere, scegliere chi essere. Quanto coraggio …

come reagire all'ansia

Qualcosa di me

E del perché latito, del perché ci sono, ma è come se non ci fossi. Forse è tutta colpa dei geni. Come dice Alice, l’ansia è una delle tante cose di cui possiamo incolpare i nostri genitori. Nel mio caso posso continuare ad andare a ritroso e trovare qualcosa, ne sono certa.