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Ora

Ora c’è la fatica che sto facendo per tornare a galla — ancora le zavorre mi tirano giù, ma ce la metto tutta. Semino, semino, e imparo ad apprezzare i traguardi perché darli per scontato è una grande bastardata nei propri confronti. Allora faccio liste di cose che vanno in porto, liste di cose pratiche da fare giorno per giorno, liste di cose che mi fanno felice, liste di cose che voglio ricordare, liste delle persone che ci sono e di quelle che no. Liste di cose che fotografano un momento. Faccio liste delle cose che voglio realizzare, non un giorno futuro, ma entro due settimane, due mesi, sei mesi, un anno. Dipende.

Piccolo ritratto di Momo

Io questo momento lo vorrei fermare, quando stamattina ho lasciato Momo a scuola e l’ho visto salire i gradini e passare attraverso l’enorme portone, piccolo piccolo lui, col suo cappuccio distintivo, la cartella pesante del Lunedì, i passi corti, lenti, vagamente incerti, senza voltarsi, piccolo piccolo lui, da solo, verso la sua aula al secondo piano. In genere lo vedo sparire nella calca di bambini, e lo confondo, i suoi colori si mescolano agli altri, sparisce subito, prima ancora di oltrepassarlo quel portone. Stamattina, invece, quei due minuti di ritardo — perché ce la siamo presa comoda, abbiamo camminato piano, chiacchierato un po’, accarezzato pensieri solitari, ognuno i propri, con la mano nella mano — hanno fatto sì che l’ingresso a scuola fosse totalmente diverso. E Momo l’ho visto piccolo, proprio piccolo lui. Ma io lo ero ancora di più. Quanto coraggio ogni mattina: affrontare le relazioni, imparare a fare i passi indietro, capire quando farsi avanti, imparare ad apprendere, fare scorta di informazioni, trovare i canali di espressione, scegliere, scegliere, scegliere chi essere. Quanto coraggio …

affinità-elettive-chiudere-le-porte

L’amore non esiste — la voce, le scelte, le affinità elettive

A volte ho creduto di poter chiudere le porte. È facile. Chiudi, ti volti e metti un passo davanti all’altro. Ti immergi nel dopo, affondi le mani nel nuovo, affoghi nelle trame del futuro. Poi ti affidi al tempo, alla memoria che vacilla, al torpore degli anni che si sommano, alla nebulosa dei ricordi, ed è fatta. Tutto scorre e non torna più. Sei altro, cambi, non c’è più nulla da spiegare. Forse a volte qualcuno stuzzicherà quel passato, una domanda, un’insinuazione, ma tu sei diversa, hai trovato la giusta distanza, quel tono pacato e deciso con cui mettere a tacere ogni illazione scomoda ti viene naturale. E punto a capo. Eppure accade. Una coincidenza, un momento di distrazione e ci sei di nuovo dentro. Così rifletti sulle affinità elettive. Quelle scelte che si fanno per istinto, quelle relazioni che partono da una voce intonata alla tua e semplicemente si accordano e si scambiano profondità ed estensione. L’amore non esiste. Vorrei trovare sinonimi per raccontare quello che accade tra le persone che si incontrano e …