Io&Me
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Dove cadono i fulmini — la mia città, la musica, ritrovamenti

“Non tornerò mai più sulle orme
Scarpe nel fango non mi fanno correre
Non tornerò mai più sulle orme
Me le ricordo già bene così
Mi perdo sempre, ma so sempre da che parte è il mare
Mi perdo sempre, ma so sempre da che parte è il mare
Arrivare là

Non tutti i passi lasciano impronte
E mi perdo sempre, ma so sempre da che parte è il mare
Mi perdo sempre, ma so sempre da che parte è il mare
Arrivare là, dove cadono i fulmini
Arrivare là, dove cadono i fulmini”.

C’è stato un buco di silenzio nella mia vita, un contenitore atono durato cinque anni. Niente musica.
Sembra una follia, ma è così. La mancanza di immediatezza nell’accedere a una radio mi ha rinchiuso in un’ignoranza che si è protratta giorno dopo giorno senza che potessi far nulla per oppormi. La pigrizia di scegliere e non semplicemente assorbire, mi ha lasciato apatica.

Poi le coincidenze, i cerchi che si chiudono, le opportunità che si srotolano e certe relazioni che non possono esistere senza una colonna sonora.
Sono ripiombata in quel periodo assolato sul mare, quello del Monumento al Marinaio, delle corse in motorino, del mare in tutte le stagioni, la diga, i momenti perfetti, costruiti o ricreati nella Smemo.
Sono tornata ai desideri che avevo allora, alle proiezioni che volevo seguire, e ho fatto la spunta.
Quanto si cambia. E quanto si resta sempre là, dove cadono i fulmini.

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