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Io a Settembre, adesso

Non è finito Settembre, sono solo a Martedì e sono già stanca. La scuola è ricominciata da una settimana e ho a casa Ricco, ammalato, da due giorni. Io ho vari malanni che si accavallano da quando sono rientrata dalla Croazia, somatizzo il mal di terra? Può darsi. Fatto sta che non mi sono ancora ripresa.

Ora

Ora c’è la fatica che sto facendo per tornare a galla — ancora le zavorre mi tirano giù, ma ce la metto tutta. Semino, semino, e imparo ad apprezzare i traguardi perché darli per scontato è una grande bastardata nei propri confronti. Allora faccio liste di cose che vanno in porto, liste di cose pratiche da fare giorno per giorno, liste di cose che mi fanno felice, liste di cose che voglio ricordare, liste delle persone che ci sono e di quelle che no. Liste di cose che fotografano un momento. Faccio liste delle cose che voglio realizzare, non un giorno futuro, ma entro due settimane, due mesi, sei mesi, un anno. Dipende.

#cercoladirezione il mio mare, la mia terra, ostacoli e alleati

Nelle ultime due settimane di Agosto, la terza e la quarta del mio #cercoladirezione, c’è stato tanto mare. Mare da navigare. I piedi nudi, le banchine, le cime. Il non luogo dove mi sento leggera, totalmente spensierata e slegata da condizionamenti, il mare. Il passo è lieve, la direzione in sintonia col vento: sembra una direzione obbligata eppure non ho maggiore libertà di quando ho solo acqua attorno. E ho avuto più di qualche occasione per godere dell’inaspettato che si trasforma in ricchezza solo per chi è in ascolto e in condizione di ricevere. Durante la terza settimana c’è stato un momento — ben più di un momento a dire il vero — che posso definire perfetto ed è coinciso con una sveglia all’alba. Quella dimensione di solitudine e quiete mi si confà perfettamente, mi concilia con la mia caotica creatività: decisamente una direzione da perseguire. E poi immancabilmente gli ostacoli, quelli che arrivano dall’esterno e quelli che ci procuriamo da soli. E sta a noi: sbrogliare i nodi o arrendersi. Arrendersi o scavare. Abbandonare o guarire. Io ho scelto …

Settembre e determinazione

Non è il primo Settembre e neppure un lunedì. Sono in ritardo. Di già. Ho iniziato quest’anno con grinta, entusiasmo e determinazione come non mi accadeva da anni. Sento energie nuove e direzioni nette. Mi sembra di riuscire a canalizzare le energie e non disperderle in false mete. Sono riuscita miracolosamente a rinunciare, senza fatica e senza esitazioni, a lavori che non sono finalizzati ai traguardi che sto rincorrendo. Eppure evidentemente non ho ancora imparato a custodire i miei obiettivi, a difendere i miei spazi e a gestire il mio tempo. Sono già in ritardo.  Lavorerò stanotte, probabilmente anche la prossima e quella dopo. Lavorerò nel weekend, ma dalla settimana prossima questa storia deve finire. Devo impormi di non esserci come madre, amica, figlia e moglie nelle ore che faticosamente mi sono strappata a tutto il resto e che devo dedicare al mio lavoro. Me lo devo. Ho avuto un’estate meravigliosa, la più bella da quando sono madre. Perché sono riuscita anche a riposare. Questo ha resto le vacanze da scuola un periodo di infinite ricchezze, le …

percorso di ricerca di determinazione e obiettivi

#cercoladirezione e parto dal passato

È successo qualcosa di inaspettato.  Dopo aver pubblicato il resoconto della mia prima settimana cercando la direzione, non sono più sola. Alcune amiche, donne come me alla ricerca del proprio passo, hanno colto l’ispirazione e si sono unite in questa sfida: una riflessione quotidiana sull’incedere, sul percorso, la foto dei piedi che ci sostengono come pretesto per focalizzare l’attenzione sulle radici. Cercatele seguendo l’hashtag #cercoladirezione su Instagram e Facebook. Questa settimana per me altre sorprese, altri appunti, altre coordinate.

#cercoladirezione

#cercoladirezione una sfida lunga un anno per ritrovare il passo

In maniera assolutamente casuale e inaspettata, ho avuto un’intuizione. Niente di eclatante, s’intende, eppure qualcosa di abbastanza insistente da provocarmi curiosità  e poi compiacimento. Un giorno che casualmente era un primo del mese — l’1 Agosto — e che provvidenzialmente non era né Martedì, né Venerdì (son superstiziosa, da buona meridionale, e di Venere e di Marte, non si sposa, non si parte, né si dà principio all’arte) ho posizionato la fotocamera dell’Iphone per immortalare i miei sandaletti spagnoli, presi a Giugno a Madrid durante un breve viaggio con il MaritoZen senza i bambini.

racconto breve

Nei tinelli accadono cose

“Che stai facendo, Robertina?” “Niente. Avevo sete”, risponde, persa sulla sua sedia. “Roberta, per l’amore del Cielo! L’acqua!”. Dino si affretta a diluire il fondo di vino rosso lasciato nel bicchiere dall’avventata sorsata di lei. “Avevo sete”, si ripete a mezza bocca Roberta. È imbronciata, guarda nel vuoto, davanti a sé, in un punto preciso tra due piastrelle celesti lievemente disallineate.

Quello che gli occhi non vedono

Cosa accade quando chiudiamo gli occhi? Cosa sentiamo nel buio? E soprattutto cosa significa non vedere? Non vedere l’altro, sé stessi, le relazioni, i rapporti? Quello che gli occhi non vedono è un viaggio attraverso i sensi che prevalgono quando la vista — per scelta o fatalità — viene meno. Frangenti di vita in cui si esalta la comunicazione, la connessione con un sentire vero.